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Cos’è la psicomotricità? Scienza e professione

“Il modo in cui le persone si muovono è la loro autobiografia in movimento”

Gregory Spence

È attraverso il nostro corpo che ci relazioniamo con la realtà circostante e con quella interiore, che inviamo dei messaggi sul nostro modo di essere e di percepire noi stessi.

Se diamo la mano a qualcuno possiamo farlo in segno di affetto, amore o conforto; oppure lo facciamo per presentarci a uno sconosciuto. Una stretta di mano debole e sfuggente è indice di timidezza, insicurezza o diffidenza; una forte e decisa delinea un carattere più determinato o, forse, ostentazione.

Camminare, parlare, scrivere, tutto ciò racconta agli altri qualcosa di noi: soprattutto un disagio, una difficoltà. Saper riconoscere per tempo le manifestazioni di squilibri e disarmonie psicomotorie consente di agire tempestivamente per risolvere, attenuare, conviverci con gli stessi e soprattutto evitare il sovrapporsi di disordini secondari. Tutto questo per migliorare, di gran lunga, la qualità della nostra vita e dei rapporti interpersonali.

Sempre il nostro corpo ci da’ la possibilità di sperimentarne gli aspetti positivi recuperando il rapporto con noi stessi e gli altri. Ascoltare le proprie sensazioni e emozioni sta alla base dei processi di apprendimento e di relazione con gli altri e favorisce un armonioso sviluppo psicocorporeo.

È in quest’ottica, quella della relazione fra corpo e psiche, che si inserisce la riflessione e l’operato della psicomotricità: una scienza che si propone di comprendere l’uomo nella sua globalità psicomotoria al fine di renderlo  consapevole del proprio corpo e dei propri equilibri, all’interno del contesto sociale.

un momento di formazione in grafomotricità

Cos’è la psicomotricità e di cosa si occupa lo psicomotricista?

La psicomotricità è la disciplina che analizza gli equilibri fra corpo e emozione, fra atto e intenzione, fra mondo interiore e espressione.

Lo psicomotricista, dunque, interviene sui processi che stanno alla base delle difficoltà di movimento nella sua valenza neuropsicologica e psicoaffettiva e relazionale. Dopo un’attenta valutazione, individua dei percorsi di aiuto operando sia in termini preventiva che terapeutica a livello individuale di gruppo in qualsiasi momento della vita e di qualsiasi ambito socioistutuzionale.

 

  1. Il professionista del linguaggio corporeo, non verbale del corpo mediatore
  2. Abilitato all’esercizio della Psicomotricità, grafomotricità e Rilassamento
  3. Portatore di conoscienza, strumenti specifici di valutazione e di intervento
    Franco Boscaini, 1996

 

Come diventare psicomotricista

La scuola superiore professionale di psicomotricità, di durata triennale, propone una formazione di complessive 3.000 ore, distribuite in modo equilibrato tra discipline mediche e psicologiche. La formazione in particolare è centrata intorno a tre aree: teorica, professionale e personale.

L’esercizio professionale di psicomotricità è previsto dalla Direttiva europea 2005/36 e della legge 4/13 relativa alle professioni non regolamentate e dal D.Lgs 13/2013.

Il titolo rilasciato consente di operare in libera professione, in studi associati o in qualità di dipendente, in ambito preventivo, educativo, e all’interno di strutture socio-sanitarie dedicate alla cura di persone di ogni età e in ogni ambito professionale.

La professione di psicomotricista si differenza da quella del terapista dellaNeuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (TNPEE) per formazione e per ambiti di lavoro.

«Sai, ti sei scelta proprio un bel lavoro

Sia perché sei brava e lo fai proprio bene

Sia perché è bello, ci fa sentire liberi»

– un’anziana alla conclusione del tirocinio di una studentessa del terzo anno

Sbocchi professionali

I principali ambiti di applicazione per uno psicomotricista sono:

  1. Strutture educative e quindi inerenti l’età evolutiva: asili nido, scuola dell’infanzia, scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado, centri socio-educativi;
  2. Sanitario, con particolare attenzione alla fase prenatale: area ostetrico-ginecologica (corsi preparazione al parto), neonatologia e pediatria (prematurità, ospedalizzazione prolungata, sostegno alla genitorialità, alla relazione psico-corporea madre-bambino, situazioni di adozione, screening sviluppo psicomotorio), sostegno psico-corporeo in oncologia, nella fase pre e post-operatoria, ecc.
  3. Socio-sanitario: case di riposo, centri diurni per anziani e disabili e altro, situazioni di rischio sociale (minori, tribunale minorenni, carceri, ecc.), e altre situazioni di difficoltà personali.
  4. Didattico formativo: attività di docenza, formazione, studio e ricerca.

 

 

La scuola superiore professionale di psicomotricità di Roma

La scuola della AISFI (Associazione Italiana Servizi Formativi Innovativi), in partnership con il CISERPP di Verona, si avvale di docenze e formatori altamente qualificati in grado di fornire conoscenze aggiornate, strumenti teorico-pratici specifici e competenti nell’accompagnare gli studenti nella loro maturazione personale e professionale. L’offerta di un percorso di formazione integrale permette allo studente di imparare ad utilizzare il proprio corpo come mediatore nella relazione con l’altro, in modo empatico e cosciente.

Una professione, quindi,  moderna, creativa e sempre più richiesta

Non cercate di riparare, ma di offrire la libertà di esistere

– Ajuriaguerra (1963)

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